C’è una ferita profonda e insidiosa che il violento sisma del 20 maggio 2012 ha inferto all’economia italiana in una regione da sempre votata all’innovazione e alla laboriosità, ma pochi paiono curarsene o forse notarlo. Il distretto biomedicale di Mirandola, il più grande in Europa, inferiore per fatturato e numero di aziende soltanto agli omologhi poli industriali di Los Angeles e Minneapolis, è stato messo in ginocchio da un cataclisma risvegliatosi nelle viscere di una terra generosa e sanguigna a mezzo secolo esatto dalla sua nascita.
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